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giovedì 14 marzo 2013

Fiumicino, un'altra 'grande opera'

Pubblichiamo integralmente l'articolo uscito sul settimanale L'espresso di questa settimana.

 

Fiumicino, un'altra 'grande opera'
di Silvia Cerami Un investimento da 12 miliardi di euro. Per allargare lo scalo e costruire la quarta pista entro il 2044. Il governo è favorevole, il nuovo governatore Zingaretti è contrario. Si farà o no?
(12 marzo 2013)
Un progetto faraonico, roba da 12 miliardi di euro. Per ampliare e ammodernare l'aeroporto di Fiumicino, con tanto di quarta pista. Il governo uscente ha dato il via libera al contratto e approvato l'aumento delle tariffe aeroportuali: più 10,5 euro per ogni viaggiatore in transito da e per Roma, un aumento che, se moltiplicato per gli attuali 37 milioni di passeggeri, porta nelle casse di AdR già entro il 2021 quei 3 miliardi che rappresentano la prima tranche di investimento.

Per i lavori AdR dovrà acquistare anche 1300 ettari di terreno circostante: da pagare alla famiglia Benetton, che ne è proprietaria per due terzi. La stessa famiglia Benetton è proprietaria del 35,9 di Gemina, che controlla a sua volta il 95 per cento di AdR.

L'ampliamento dell'aeroporto comunque s'ha da fare. I passeggeri aumenteranno, le stime parlano chiaro. Anche se i numeri variano: per Enac, l'Ente Nazionale Aviazione Civile ci saranno 80 milioni di passeggeri nel 2030; per Kpmg-Nomisma saranno meno, 77 milioni, nello stesso anno, ma per "l'intero sistema aeroportuale del Lazio". Secondo Adr invece nel 2044 saranno quasi 96 milioni.

Secondo gli studi con il solo progetto 'Fiumicino Sud', ristrutturando cioè le infrastrutture attuali, si arriverà ad una capacità di oltre 50 milioni di passeggeri all'anno. Troppo poco. Per far fronte ai restanti, quindi, è necessaria la nuova quarta pista.

E a chi obietta che altri aeroporti, come Heathrow, con un minor numero di piste, riescono a gestire 70 milioni di passeggeri, Adr spiega che «la tipologia di traffico al Leonardo da Vinci risente degli andamenti orari con 'picchi' e 'valli'», insomma in certi momenti della giornata gli aerei sono molti, in altre pochi.

Per l'allargamento bisognerà inglobare nello scalo i 1.300 ettari di Riserva Naturale del Litorale Romano, con alcune specie protette e le case coloniche dove abitano, dagli anni '20, trecento famiglie arrivate qui dal Nord per la bonifica. Tutto cementificato tranne 50 ettari che saranno inglobati nell'aeroporto di Fiumicino che verrà.

Inevitabili le proteste, incanalate nel comitato 'FuoriPista': «Il territorio è gravato da vincoli e in parte vi è il divieto di qualsiasi intervento», dicono. «Senza considerare che qui c'è già oggi un problema per la salute. Secondo i dati dell'Arpa, che finalmente abbiamo dopo ben 50 anni, c'è un costante superamento dei limiti dell'inquinamento acustico, persino in una zona vicino a una scuola pubblica».

La nuova pista sarà costruita su un terreno che prima della bonifica era ricoperto da un lago, ma dall'Enac tranquillizzano: «Sono stati sottoposti a indagini geologiche che hanno evidenziato caratteristiche migliori di quelle rilevate nelle aree attualmente occupate dalla pista 3».

La terza pista, quella a ridosso dei terreni su cui dovrebbe essere effettuata la quarta, presenta infatti frequenti disagi tecnici.

La 'grande opera' nel tempo dovrebbe portare, promettono, 220 mila posti di lavoro in più. Secondo AdR nel 2044 arriveranno ad essere «204 mila nel diretto on site, ben 24 mila in quello off site e poi quasi 100 mila nell'indiretto e oltre 175 mila nell'indotto». Senza contare i 6 mila occupati all'anno nei cantieri.

Già a oggi, secondo AdR, «il sistema aeroportuale genera circa 170 mila posti di lavoro». Quelli AdR però sono solo 2.500, di cui 850 a termine.

E la politica, cosa dice? Non solo gli esponenti del M5S, da sempre contrari al progetto, ma anche il neo eletto presidente Nicola Zingaretti non vuole il raddoppio. Con lui anche il potente piddino Esterino Montino, che ha abbandonato il consiglio regionale ed è ora in corsa per la poltrona da sindaco proprio di Fiumicino città. Una poltrona ambita perché oltre all'affaire aeroporto, collegamenti autostradali compresi, ci sono da gestire anche il porto di lusso (già sotto inchiesta giudiziaria) e il raddoppio del porto turistico di Ostia.

Tanto ambita che il centrodestra ha schierato Mario Baccini, vent'anni in Parlamento, già ministro della Funzione Pubblica del Cavaliere, prima ancora Udc, ora presidente dei Cristiano Popolari.

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