Si rivolgono al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato, al Presidente del Consiglio, a diversi Ministri competenti nonché ai rappresentanti degli Enti Territoriali.
Anche il ComitatoFuoriPista, in tempi non sospetti, si è rivolto con una lettera al Presidente della Repubblica ma per rispetto dell’alta carica non si è permesso di rendere pubblico questo atto. Questione di stile!
E anche ai Presidenti di Camera e Senato abbiamo consegnato una Petizione Popolare in data 01 marzo 2011 a tutela e difesa della salute pubblica dall’inquinamento acustico prodotto dall’aeroporto di Fiumicino.
Ci sono cittadini che si rivolgono alle massime cariche istituzionali per far presente i disagi a cui giornalmente sono sottoposti, mentre altri si preoccupano, favoleggiando di fantomatiche centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro e di favolosi investimenti, di portare avanti una bieca operazione di speculazione fondiaria ed edilizia.
Sarebbe molto interessante comunicare ai vari lavoratori recentemente licenziati o cassaintegrati o minacciati di licenziamento, la fantastica favola degli oltre duecentomila nuovi posti di lavoro che saranno creati da AdR. Le vertenze e le recenti manifestazioni sono un biglietto da visita che smentisce alla radice quanto sostenuto dalla società di gestione. Esternalizzando, appaltando e sub appaltando le molteplici e complesse attività dei servizi a terra non è possibile dare servizi ai passeggeri all’altezza degli altri aeroporti europei. Tra poco sarà subappaltata, all’interno dell’aeroporto, anche l’aria che respirano passeggeri e lavoratori.
Stante la situazione è del tutto legittimo domandarsi perché altri aeroporti europei ed extraeuropei, con tre piste come Fiumicino, per esempio Heathrow, ed in alcuni casi con una superficie inferiore, riescono a soddisfare una domanda annua di oltre 70 milioni di passeggeri. Enigma arduo e complicato da risolvere. Anziché sbandierare roboanti incrementi di passeggeri, sarebbe opportuno attenersi a cifre più realistiche. Ricordiamo che nel 2011 e nell’anno in corso, il numero dei passeggeri ed i voli sono significativamente diminuiti, lo si deduce dagli stessi bilanci della società che gestisce l’aeroporto. La riorganizzazione e la ristrutturazione dell’attuale complesso aeroportuale - con alcuni accorgimenti che AdR conosce bene dato che erano contenuti già nel piano industriale del 2000 - permetterebbero di dare servizi ad oltre 70 milioni di passeggeri/anno, senza distruggere altro prezioso territorio dell’Agro Romano.
Vergognoso ed indecente, in un momento di crisi come quello che vive l'Italia oggi, è utilizzare il tema occupazionale come un'esca per ottenere il consenso. ADR promettere 230.000 posti di lavoro con 100 milioni di passeggeri nel 2044, ciò vorrebbe dire che oggi con 35 milioni di passeggeri ADR dovrebbe occupare circa 80.000 persone. Purtroppo la realtà è ben diversa.
Altrettanto indecente sbandierare un piano degli investimenti di 2,5 miliardi di euro da realizzarsi nel prossimo decennio mentre si chiede una aumento tariffario di 8,5 euro a passeggero, cioè un prelievo di 306 milioni di euro l'anno (36 milioni di passeggeri x 8,5 uero l'uno) e quindi oltre 3 miliardi nel decennio.
Inoltre, avendo dichiarato che “con gli investimenti programmati - finanziati con capitali privati - la capacità dell’aeroporto potrà salire fino ad oltre 100 milioni di passeggeri…” , nasce spontanea una domanda: perché ci si preoccupa tanto, al punto da scrivere una lettera aperta facendo di fatto, pressioni sulla massime autorità dello Stato Italiano affinché il Governo approvi l’aumento dei diritti d’imbarco (pari ad un valore di 8,5 euro che ogni passeggero dovrà pagare)? A cosa servono questi denari visto che si comunica che gli investimenti saranno effettuati dai privati? Forse che gli aumenti potrebbero essere utilizzati per ripianare i debiti annualmente riportati nel bilancio della società concessionaria che gestisce l’aeroporto?
Il Comunicato di Sintonia fa presente che senza l’aumento delle tariffe aeroportuali AdR “sarà costretta a rinunciare definitivamente alla prosecuzione dell’unica opera attualmente in corso di realizzazione – il Molo C – …”. Ci permettiamo di ricordare che il “Molo C” doveva essere completato da anni e rileviamo che esso è stato più volte finanziato anche con denaro pubblico.
Al riguardo riportiamo un passo significativo del Piano industriale del 2000: “In riferimento alla “Relazione annuale sullo stato di attuazione del programma generale degli investimenti” del febbraio 2000, a far data dal 1 gennaio 2000 i circa 300 miliardi di lire non ancora spesi del complessivo finanziamento statale di circa 1250 miliardi di lire per lavori (comprensivi anche del finanziamento di cui al D.M. 68T del 1999) verranno utilizzati per eseguire le opere già affidate e/o in corso (circa 155 miliardi di lire di cui gran parte è da individuarsi nel completamento della nuova Aerostazione Nazionale e dell’Edificio Cargo City), per le opere progettate e pronte per l’affidamento (circa 15 miliardi di lire) e per le opere relative al Molo C dell’Aerostazione Internazionale (125 miliardi di lire) ed il nuovo cerimoniale di Stato. Dei 360 miliardi di lire impegnati da AdR (ex Accordo di Programma 4/96), al 1 gennaio 2000 risultano da spendere ancora 164 miliardi di lire. Di tale somma circa 90 miliardi di lire risultano per lavori in corso o in fase di affidamento, circa 40 miliardi di lire dovrebbero essere utilizzati per coprire i maggiori oneri scaturiti dai lavori appaltati sia con finanziamento a carico dello Stato che di AdR stessa, mentre circa 30 miliardi di lire risulterebbero una prima tranche del finanziamento complessivo per il Molo C dell’Aerostazione Internazionale (AdR deve far fronte per tale opera ad ulteriori investimenti per circa 125 miliardi di lire). Per quanto riguarda lo sviluppo del Satellite Est e la seconda fase della Cargo City, il Consorzio intende differire l’intervento oltre il 2005.”
In sostanza, sembrerebbe che le medesime opere per le quali oggi si chiede l’aumento tariffario siano state almeno in parte (ex. Molo C) finanziate più volte e non ancora terminate.
Saremmo lieti di essere informati, insieme a tutta l’opinione pubblica, sul complesso degli investimenti previsti e sui termini di consegna delle varie opere previste nel piano industriale del 5 giugno 2000. Sarebbe molto interessante conoscere l’opinione della Corte dei Conti o, come in passato, vedere il Parlamento della Repubblica Italiana promuovere una Commissione d’Inchiesta.
Per il territorio e i cittadini il Raddoppio dell’aeroporto significherebbe: 1) la distruzione di circa 13 milioni di metri quadrati di terreno agricolo vincolato perché integralmente ricadente all’interno della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano; 2) l’eliminazione di decine di medie aziende agricole e lo stravolgimento dell’ attuale tessuto economico del territorio; 3) il coinvolgimento negli espropri, fra unità immobiliari e attività produttive, di circa 300 famiglie. Scusate se è poco. E perché poi? Per un’operazione che, ne siamo certi, è in realtà di pura speculazione!
Saremmo ben lieti di partecipare al pubblico confronto che il Comune di Fiumicino si era impegnato a svolgere, ma che evidentemente il Sindaco (che siede nel CdA della Società AdR) non vuole, forse perché non desidera fare uno torto alla dirigenza e agli azionisti.
Non potendoci trasferire in massa, noi cittadini, non possiamo che restare sul territorio nonostante l’inquinamento che ci guasta la salute; nel frattempo domani, sabato 15 dicembre alle ore 15, manifesteremo tutto il nostro disappunto in un corteo per le vie di Fiumicino.
L'appello lanciato da Sintonia - Gemina - ADR sulle pagine dei quotidiani nazionali |
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